Si passa dalla macchina alle funzioni vitali del pilota con RCST, un sistema che potrebbe rivoluzionare il mondo delle corse
Nel mondo delle corse automobilistiche il sistema di telemetria permette di conoscere in tempo reale tutti i dati della macchina. Con RCST sarà possibile, grazie ad uno sforzo applicato dal Formula Center Italia e dal pilota Davide Venditti, monitorare anche quelli che sono i parametri vitali del pilota, il vero “motore” di ogni auto. Si aprono dunque frontiere interessanti nello sviluppo e nel perfezionamento di una professione che richiede massimo controllo e prestazioni sempre al top.
Oggi siamo abituati a dare per scontata ogni cosa. O meglio diamo per scontato tutto ciò che ci sembra “ovvio”. Questo “ovvio”, però, è dovuto venire in mente a qualcuno, per fare in modo che diventasse di dominio pubblico e di larga fruizione tanto da renderlo parte integrante della nostra vita. Quello che ha fatto Davide Venditti, pilota di Formula 4, è stato il dare l’idea di poter monitorare quelli che sono i parametri del pilota così come si fa, normalmente, con la telemetria dell’auto. Una cosa scontata da immaginare, adesso che la sappiamo, eppure nessuno si è mai addentrato in questo mondo.
Dall’esperienza in pista di Davide è così nata l’idea dietro RCST – Human Telemetry System, cioè la possibilità di poter applicare dei sensori all’abbigliamento da pista del pilota, oppure al pilota stesso, per aprire il mondo delle corse ad una serie quasi infinita di possibilità. Tra queste ci sarebbero da dividere i benefici sul versante medico e quello prestazionale: il primo potrebbe fruire di dati in tempo reale sulle condizioni del pilota subito dopo un incidente, il secondo vedere l’affaticamento dello stesso in punti esatti della pista, così da concentrare meglio gli allenamenti su punti specifici. Questi sono solo alcuni degli esempi di quelli che sono i possibili sviluppi di un sistema come RCST.
Passiamo adesso dall’idea ai fatti. Davide e la start-up Formula Center si sono affidati ad una serie di specialisti di settori diversi per poter rendere tangibile e funzionale la propria idea. Tra i partner del progetto ci sono delle realtà interessanti come l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, in associazione con lo spin off MegaRide, l’Università San Raffaele di Roma, l’Università del Piemonte Orientale e l’Imperiale Racing. Si è arrivati così ad un prototipo di sistema pronto per essere testato direttamente in pista e noi abbiamo raccolto la dichiarazione del Prof. Francesco Timpone, docente dell’Università di Napoli “Federico II” e membro del team dello spin off MegaRide. Ha dichiarato che “la collaborazione dei Dipartimenti di Ingegneria Industriale, di Ingegneria Elettrica e Tecnologie dell’Informazione e della spin off MegaRide dell’Università degli Studi di Napoli Federico II con la start-up Formula Center Italia consentirà di fornire il supporto necessario allo sviluppo tecnico del progetto di telemetria umana integrata RCST Human Telemetry System; consentendo di indagare aspetti nuovi ed ancora inesplorati connessi all’ottimizzazione del sistema congiunto uomo-veicolo finalizzati al miglioramento delle performance, alla disponibilità di nuove possibilità di diagnastica ed al miglioramento generale della sicurezza nel settore motorsport, con future ricadute anche nel mondo automotive nella sua accezione più ampia”.
Attualmente permetterà di rilevare la sudorazione del pilota, la pressione applicata dalle mani sul volante, il battito cardiaco e la respirazione, dati che poi dovranno essere elaborati da personale qualificato ed essere convertiti in possibile allenamento per quello che è di fatto l’essere umano a capo di tutto. La parte hardware funziona grazie a sensori di diversa natura, che possano essere piezoelettrici, di temperatura, di prezzione o elettrodi, per monitorare i dati finora presi in considerazione. Ognuno di questi sensori sarà disposto sulla pelle del pilota o sull’abbigliamento, in zone chiave come il palmo della mano, e dovrà riportare il proprio operato ad una centralina collegata via cavo (in futuro sarà pensabile anche ad un collegamento bluetooth per evitare fili sotto la tuta). Dopo una serie di passaggi e la conversione da segnale analogico a digitale un trasmettitore in radiofrequenze permetterà di mandare ad un’interfaccia pc i dati raccolti per poi essere esaminati.
Si sposta dunque l’attenzione su una pedina fondamentale di questo gioco, nei confronti della quale fino ad oggi non c’è stata una cura importante dello stato psicofisico se non in fase preliminare, con una dieta mirata a rendere il fisico idoneo alla competizione. In questo caso si possono valutare quelle che sono le reazioni biometriche che il corpo ha quando viene posto sotto uno stress in pista, ma allo stesso tempo anche validare quello che è il reale grado di simulazione degli attuali simulatori di guida, sempre più utilizzati durante le fasi di allenamento.
Con un occhio ancora più avanti nel futuro ci piace anche aspettare che questo genere di sensoristica trovi posto sulle auto che guidiamo tutti i giorni, d’altronde non è una novità che sistemi oggigiorno adottati sulle automobili comuni siano frutto di esperienze maturate durante le competizioni.